PETER PAN NEI GIARDINI KENSINGTON
Da fine luglio fino a metà agosto, Piazza Malatesta si tramuta in una vera e propria piazza dei sogni, come i giardini di Kensington, dopo l' ”orario di chiusura” si trasformano in un paese delle fate, un mondo incantevole e sovrannaturale dove tutto può accadere.
Un imperdibile spettacolo live che comprenderà coreografie volanti, proiezioni, musica e parole, porterà magia e stupore nella piazza dei sogni per adulti e bambini e trasformerà l'outdoor del Museo Fellini in un luogo dove poter continuare o ricominciare a sognare.
Un grande evento, dedicato tutto alla gioia dei bambini e a quella degli adulti che vorrebbero tornare ai bei tempi in cui si viveva un'infanzia spensierata.
Un racconto straordinario colmo di interattività progettato e diretto da Monica Maimone, accompagnata da Festi Group, prodotto da Studio Festi, con video scenografie eseguite da Matthias Schnabell e Edoardo Maimone - tratta dal testo di J. M. Barrie creatore del mito di Peter Pan, che consiste infatti nel mito dell'eterna giovinezza, attraverso l'archetipo del giardino come fonte di salvezza.
Il progetto e i temi
La popolarità del personaggio bambino che non ne voleva sapere di crescere, fu tale che l'autore si decise a ripubblicare un'altra opera editoriale, ovvero Peter Pan nei Giardini di Kensington.
In quest'ultima viene raccontato l'arrivo di Peter, il protagonista, ai Giardini e di come impara a volare.
Viene descritta una tal visita alla madre di lui, in cui egli osserva che questa ha dato alla luce un altro figlio in qualche modo "rimpiazzandolo": perciò Peter prende la decisione di non fare più ritorno nel mondo degli adulti.
Gli esseri fatati, abitanti dei Giardini, in precedenza spaventati dalla presenza del bambino, gradualmente ne diventano amici.
La tematica principale di questa opera è il rapporto conflittuale tra l'innocenza dei bambini e le responsabilità di un adulto.
Spiccando il volo verso un mondo di fantasia e giochi, Peter ha volontariamente scelto di evitare il passaggio dall'una all'altro, rimanendo costantemente segregato in un'eterna infanzia.
Ciononostante questa scelta non è priva di ripercussioni:
essa lo porta inevitabilmente ad estraniarsi gradualmente dal mondo, tanto che egli inizia a non capacitarsi delle pur semplicissime azioni eseguite dai alcuni bambini poco più grandi di lui.